
SOS GATTINO DISIDRATATO
Un’altra delle emergenze più gravi nel gattino è la disidratazione. E’ un assassino silenzioso e inesorabile, quindi se ti trovi in questa emergenza non perdere tempo, non aspettare sperando che il piccolo si riprenda da solo e non correre il rischio che il tuo gattino arrivi al punto di non ritorno.
Questo articolo non vuole sostituirsi ad una visita o a procedure veterinarie, ma ha lo scopo di aiutarti a capire la serietà della situazione e di spronare, chi si occupa di gattini, ad imparare una abilità salvavita, da poter effettuare in emergenza o come cura di supporto a domicilio.
PERCHE' IL GATTINO SI DISIDRATA
Il corpo del gattino ha una maggiore componente di acqua rispetto ad un gatto adulto, ma può andare velocemente incontro a disidratazione, per varie cause: dalla diarrea, al vomito, a tutte quelle motivazioni che possono portarlo a non alimentarsi correttamente e quindi a non ingerire una idonea quantità di liquidi (gattino sottoalimentato, gattino con infezioni alle vie respiratorie ecc...).
Il gattino neonato, inoltre, è una creatura estremamente vulnerabile e ha la necessità di vivere ad una adeguata temperatura e umidità ambientale per non correre il rischio di disidratazione. Ho visto una cucciolata sistemata da mamma gatta dentro ad un'anfora del giardino esposta al sole: i gattini sono stati estratti tutti molto disidratati. Allo stesso modo, purtoppo, ho assistito a gattini disidratati da lampade a luci infrarosse posizionate sopra di loro come fonte di riscaldamento. Per i neonati, le condizioni non ottimali, con il trascorrere dei giorni, rappresentano un possibile grave pericolo.

COME CAPIRE SE IL GATTINO E' DISIDRATATO
Ci sono alcuni casi in cui puoi immaginare, per logica deduzione, che il gattino sia disidratato: ad esempio, se è neonato e sono ore e ore che non viene alimentato, se il gattino ha avuto molte scariche di diarrea e/o vomito, se è emaciato, fortemente congestionato e non mangia da solo...
Per capire se un gattino è disidratato puoi valutarlo in questo modo:
- Se il gattino è in età di allattamento (0-4 settimane) puoi stimolarlo e verificare il colore delle urine: in un gattino ben idratatato sono molto chiare, quasi trasparenti, se disidratato sono molto gialle, addirittura tendono al marrone nei casi di grave disidratazione
- Se il gattino ha più di 4 settimane puoi fare la prova di pizzicamento, ovvero sollevare il lembo di pelle della collottola con il pollice e l’indice: se la pelle torna velocemente al suo posto il gattino è ben idratato. Se scende lentamente il gattino è disidratato. Se resta a lungo sollevato, il gattino è in grave disidratazione. Questo metodo non è molto efficace nei gattini neonati perchè per loro conformazione hanno la pelle per natura meno elastica.
- controllare le gengive: un gattino ben idratato ha gengive rosee, un gattino disidratato ha gengive pallide e grigiastre
- una pancia molto raggrinzita è sintomo di grave disidratazione, così come bulbi oculari che sembrano affossati (nei gattini che hanno già aperto gli occhi). Attenzione perchè nei gattini neonati è normale che la pancia presenti delle pieghe, nel dubbio quindi valuta anche il colore delle urine.
COSA FARE SE IL GATTINO E' DISIDRATATO
Ci sono vari gradi di disidratazione, come avrai compreso dal paragrafo precedente.
Un gattino GRAVEMENTE DISIDRATATO ha bisogno di liquidi cutanei somministrati per via endovenosa da un professionista e va portato in una clinica veterinaria o in un ambulatorio il prima possibile.
Di seguito vediamo come trattare un GATTINO MODERATAMENTE DISIDRATATO.
Se il gattino risponde agli stimoli, è sveglio e attivo e ha il riflesso di deglutizione puoi intensificare l’idratatazione per via orale, utilizzando una soluzione elettrolitica (Pedialyte) che puoi acquistare in farmacia.
Se è un gattino in età di allattamento puoi utilizzare questa soluzione, al posto dell’acqua, per ricostituire il latte artificiale. Puoi utilizzare questa formulazione sia se il gattino viene allattato con il biberon, sia se viene nutrito tramite sondino.
Se il gattino è già svezzato e mangia da solo puoi allungare il suo patè con la soluzione elettrolitica (in alternativa anche con acqua). Solo se hai una buona manualità con i gattini e la somministrazione di medicamenti, puoi somministrare spesso, più volte al giorno, alcuni ml di soluzione elettrolitica o acqua tramite una piccola siringa senza ago (ti consiglio siringhe da 1 cc o da 2,5 cc al massimo), prestando moltissima attenzione a far uscire delicatamente, al lato della bocca, solo una piccola quantità di acqua e attendendo che il gattino la deglutisca completamente prima di somministrare un altro piccolo sorso.
Se il gattino non succhia o non mangia cibo solido in modo attivo, non proporre assolutamente l’idratazione per bocca, nemmeno tramite la siringa senza ago.
In questi casi bisogna procedere con l’idratazione sottocutanea.
Significa somministrare fluidi per via sottocutanea, che provvedono a dare una idratazione medicale. I fluidi in questo modo verranno assorbiti lentamente dal corpo del gattino. Puoi recarti da un veterinario. Se ti occupi frequentemente di gattini, il mio consiglio è di imparare ad effettuare una fluidoterapia sottocutanea. Non sono un veterinario e ti raccomando di confrontarti sempre con un medico prima di procedere con l’idratazione sottocutanea, di non effettuarla mai se non ti senti a tuo agio con questa procedura e non ne hai le giuste competenze.

OCCORRENTE PER FLUIDOTERAPIA SOTTOCUTANEA
Per l’idratazione sottocutanea ti occorreranno:
- siringhe sterili monouso (2,5 cc, 5 cc, 10 cc)
- ago sterile per aspirare la soluzione all’interno della siringa
- aghi “Butterfly” a farfalla sottili. Io utilizzo per i gattini neonati
- soluzione fisiologica sodio cloruro 0.9
Il Ringer lattato è istolesivo e va utilizzato per via endovenosa.
Ti ricordo che siringhe e aghi devono essere utilizzati solo una volta e poi buttati (smaltendoli correttamente), quindi procura un numero di sirighe e aghi adeguati per poter procedere anche nelle ore successive.
Il gattino va sempre pesato per capire quanta idratazione somministrare. E’ fondamentale non andare in sovradosaggio.
Un dosaggio solitamente raccomandato è di 1 cc di fluido sottocutaneo ogni 75 grammi di peso del gattino, ogni 8 ore circa.
Riscalda leggermente i fluidi a bagnomaria prima di effettuare una iniezione sottocutanea, perchè, ricorda, che il gattino ha sempre la tendenza a raffreddarsi.
Preleva una quantità idonea di fluido dal contenitore con l’ago normale, rimuovilo e installa l’ago a farfalla sulla siringa. Fai uscire scrupolosamente eventuali bolle d’aria quindi massaggia un po' la zona e poi solleva una plica di pelle della schiena (tra la base del collo e le scapole). L’ago deve entrare orizzontalmente, ovvero parallelo alla colonna vertebrale e con la bieta verso l'alto (la parte più aperta). Entra senza tentennare e senza esitazioni: più sarai deciso in questa fase, meno verrà avvertito dal gattino il fastidio. In un primo momento sentirai una leggera resistenza, dopodichè l'ago si inserirà senza opposizione. Il muso del gattino deve guardare all'esterno. Premi quindi lentamente sulla siringa. Terminata l’infusione, rimuovi delicatamente l’ago e noterai sulla schiena del gattino un rigonfiamento sottocute che nelle ore successive si riassorbirà, più o meno velocemente.
Ti consiglio di utilizzare gli aghi a farfalla "butterfly" che sono molto sottili, corti e possono essere maneggiati con molta più facilità. La fluidoterapia sottocutanea prevede di svuotare una lenta somministrazione e quindi se il gattino si muovesse, avendo una cannula lunga, non ci sono rischi che l'ago si sfili immediatamente e permettono di operare con serenità. Il gattino nel frattempo potrà anche muoversi senza nessun rischio.
No panico se una volta estratto l'ago noterai che un po' di liquido è fuoriuscito: nulla di grave, puoi tenere premuta la parte e massaggiare per favorire l'assorbimento del liquido.

Effettuare un'infusione sottocutanea non è una procedura priva di rischi, per questo motivo, se ti occupi di gattini, è una abilità che ti consiglio caldamente di imparare, poichè può salvare la vita a un gattino.
L'esecuzione di una sottocutanea, avendo padronanza della tecnica, è semplice, ma devi procedere solo se ti senti a tuo agio nello svolgerla, se hai acquisito le giuste competenze e se qualcuno te lo ha correttamente insegnato.
Il mio consiglio è di imparare questa procedura prima che ti sia necessaria, con calma e tranquillità, in modo che, al momento opportuno, saprai cosa fare e avrai già acquisito una certa abilità. Come per tutte le novità, avrai bisogno di acquisire un po' di manualità e a tal propositito posso consigliarti di esercitarti con un ago e una coperta di pile!
Per tutte le persone che hanno il terrore degli aghi, posso rassicurarti perchè, se ci sono riuscita io (che alla vista di una siringa mi parte il capogiro), puoi farcela anche tu! Mentre il veterinario mi insegnava come fare, pensavo che mai e poi mai avrei potuto farcela. Non mi sono arresa, c'è voluto tempo e tanta volontà, ma alla fine ci sono riuscita.
A me spaventano molto sia gli aghi, sia la sensazione di pungere la pelle, ma ho risolto questo problema procurandomi degli aghi a farfalla sottilissimi (Ago Pic Venogliss SH G27 - farfallina grigia o arancione) che tra l'altro sono raccomandabili per i gattini neonati). Ti lascio questo consiglio e ti invito ad imparare questa procedura, facendotela insegnare da un medico veterinario: più persone saranno in grado di avere abilità specifiche per salvare un gattino e più gattini sfortunati potremmo salvare.
